Le maschere della Commedia: Arlecchino

Le maschere della Commedia: Arlecchino

Marzo è alle porte e mancano pochi giorni a Carnevale. Scopriamo insieme la storia delle maschere della Commedia dell’arte a cominciare dalla più celebre: Arlecchino.

Arlecchino è una maschera bergamasca, la cui personalità nasce dalla fusione della tradizione dello Zanni, cioè le maschere che interpretano la parte di servitori di nobili o ricchi mercanti veneziani, e dei personaggi diabolici della tradizione popolare francese. La sua maschera color nera infatti ha in origine lineamenti molto calcati e demoniaci, smussati poi nel corso dei secoli.

Arlecchino ha il ruolo del secondo Zanni, cioè interpreta il servo sciocco, ma allo stesso tempo furbo e brillante, ladro e bugiardo perché molto povero e costantemente affamato. Infatti, il suo famoso costume multicolore inizialmente bianco come quello di Pulcinella è il risultato di rattoppi e rattoppi di stoffe colorate.

Il secondo zanni è una maschera dinamica, buffa e imprevedibile, ma molto complessa da interpretare. Gli Arlecchini sono pochi e unici, ciascuna maschera diventa estensione dell’attore e infatti hanno nomi diversi: il più importante è Truffaldino di Antonio Sacco. Famosi sono i suoi lazzi, ossia la battuta comica a libera interpretazione, in particolare il lazzo della mosca, che può essere interpretato in modi diversi: come una metafora che identifica “mosche” con uomini o in modo corporeo come fa l’Arlecchino strehleriano di Ferruccio Soleri, che rincorre affamato una mosca e si rivolge al pubblico con gesti e grida di gioia.

In piazza San Marco potrete sicuramente avere occasione di incontrare un Arlecchino che saltella durante il Carnevale. Godetevi la festività e fermati da Ristorante Centrale per un buon pasto.

 

Ricordatevi di prenotare un tavolo chiamando al numero: +39 041 2379661
Siamo aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 23!

 

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